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BORSE DA DONNA

Nessun outfit è completo senza la borsa da donna perfetta e questo è il posto giusto per acquistare quella dei tuoi sogni! Le borse monogram di Fendi, sono un classico senza tempo, così come quelle di Gucci. Se invece stai invece cercando qualcosa di più particolare, la selezione di SHOPenauer offre anche le mini bag di Jacquemus, le pochette di Bottega Veneta, le handbag di Balenciaga, senza ovviamente tralasciare le borse a tracolla di Givenchy.

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La borsa da donna equivale all'accessorio femminile in assoluto più fedele. È pratica, elegante, conveniente e trasporta tutto ciò di cui si ha bisogno in modo semplice e accattivante. Questa, risale ai tempi degli Egizi, laddove i geroglifici raffigurano una donna che tiene in mano una borsa che potrebbe essere indossata legata in vita o appesa alle spalle: una sorta insomma di marsupio o di borsa a tracolla odierna.

La storia ci mostra che una donna e la sua borsa sono sempre ottime amiche. La sua versatilità, infatti, ha contribuito a trasformarla in un accessorio essenziale, utilizzato dalle donne sin dall'inizio della civiltà. Nessuno sa chi fossero queste donne ovviamente, ma sappiamo che la borsa, sin da quel momento, è diventata uno dei simboli di indipendenza femminile per eccellenza, in quanto dalla sua nascita, fa si che le donne non siano costrette a chiedere agli uomini di portare le loro cose.

Dal XIII secolo, per ragioni di sicurezza, le borse da donna venivano nascoste sotto i vestiti. Con la crescita delle città infatti, anche i ladri divennero più abili a rapinare le persone per strada senza che queste se ne accorgessero. E fu così che nelle sottogonne si iniziarono a cucire fessure per accedere alle prime tasche, che erano simili a piccole borse appese internamente ai vestiti.

Fu solo alla fine del Seicento che le tasche vennero cucite nei cappotti degli uomini, così come nei loro panciotti e pantaloni. Nei vestiti femminili invece, non accadde lo stesso e le donne continuarono a portare piccole sacche rimovibili che venivano legate in vita e infilate tra i molti strati delle gonne (ed ecco svelato il perché nei dipinti settecenteschi non si vedono quasi mai!).
In realtà queste venivano usate come le moderne borse da donna, ma a causa delle loro ridotte dimensioni, spesso le donne erano costrette ad indossarne anche due contemporaneamente.
Una cosa simile ad esempio è stata presentata dal brand Marni che porta in passerella per la stagione PE17 capi con tasche larghe e ampie, a volte fissate a una cintura e non cucite, una sorta di via di mezzo tra tasche e borse insomma.

Dopo la Rivoluzione Francese, invece, lo stile degli abiti femminili cambiò passando al cosiddetto “stile impero” in cui le tasche non erano più contemplate. Le donne dell’epoca, non sapendo più dove mettere cipria e monetine, cominciarono a usare delle borse da donna, che altro non erano che sacchettini di tessuto molto decorati. Spesso erano fatte con delle reti che davano la forma e una stoffa che faceva da fodera e impediva agli oggetti di uscire. In inglese erano chiamate “reticules“, parola che veniva intesa come contrazione di “ridiculous“, cioè “ridicolo”, perché gli uomini le consideravano un accessorio frivolo.

Nel corso dell'emancipazione, le dimensioni di una borsa da donna aumentarono gradualmente. Se prima conteneva un fazzoletto, uno specchio e un ventaglio, alla fine del XIX secolo il loro contenuto era molto più diversificato: libri, cosmetici e altri oggetti utili. E per questioni pratiche, in questo periodo vengono introdotte anche le primissime borse a tracolla.

Tra il 1900 e il 1914, i tessuti esotici erano sinonimo di praticità e l'amore per gli stili orientali ha influenzato anche le borse da donna, che in questo periodo avevano un design prettamente in tema asiatico.
Poco dopo la Prima Guerra Mondiale torna in auge il bauletto grazie ai commessi viaggiatori che la utilizzavano come bagaglio. Inizialmente usata intorno alla metà dell’Ottocento dai medici per fare visite a domicilio, questa borsa strutturata presenta un fondo rigido e piatto con una chiusura superiore in metallo. Da qui, per alcuni anni, questo modello cade nel dimenticatoio tornando a godere di una certa popolarità negli anni ’60, quando bauletti e borse di tappeto suscitarono un nuovo interesse. Oggi invece, le fashion victim prediligono le versioni più eleganti di questo modello come la “Speedy Bag”, l’emblematica borsa di Louis Vuitton.

Gli anni '20 hanno visto una rivoluzione nella moda con orli variabili e abiti più leggeri e soprattutto le borse non dovevano più abbinarsi perfettamente agli outfit. Da un lato, le Suffragette lanciano borse a tracolla questa volta composte in pelli sottili e semplici, che divennero popolari sin da subito.
Dall’altro, l’avvento della moda charleston e delle flappers fa si che nascano anche modelli di borse da sera, come clutch e pochette, perfette per serate in perfetto stile Great Gatsby.

La clutch è la madre di tutte le borse da sera, dalla silhouette delicata che incarna uno stile sofisticato e raffinato. Ovviamente, con questo modello di borsa da donna, bisogna rassegnarsi a portare con sé solo lo stretto indispensabile! Difficilmente ogni clutch che si rispetti, può contenere più di un rossetto, una carta di credito e un cellulare. Il suo nome in inglese che significa “afferrare” infatti, indica il fatto che questo modello è talmente piccolo da poter essere portato stretto in una mano.
Jackie Kennedy, durante il periodo di First Lady era una grandissima fan di questa borsetta, tanto che, non v’era una cerimonia di gala, in cui lei non apparisse con una clutch a forma di busta da lettere.
Di questa, ve ne sono svariati modelli tra cui quella rigida come l’ormai iconica borsa di Alexander McQueen, che si contraddistingue per la sua chiusura composta da quattro anelli decorati da teschi. Anche se la variante più moderna fu lanciata nel 1926 (all’epoca decorata con perline in stile art decò), questa in realtà affonda le sue radici nel XVIII secolo, quando si portavano documenti e oggetti in piccole sacche di pelle e seta.
Oggi, molti sono i materiali di cui si compone: pvc, metallo o addirittura interamente in strass per coloro che amano “l’effetto bling bling”!
La pochette invece, è una borsa rettangolare anch’essa di piccole dimensioni quindi con capacità massima di una/due cosine in più da poterci infilare rispetto alla clutch. Solitamente si compone di materiali più morbidi come la pelle e spesso è dotata di una tracollina sottile e corta.
Apparsa per la prima volta nei ruggenti Anni ’20, ha subito un crollo di interessi nei decenni successivi, ma intorno al 2000 invece, torna in auge grazie al rilancio di questo modello da parte di Louis Vuitton.
Uno dei modelli sicuramente più femminile e classico è quello simile ad un porta monete, con chiusura metallica a due sfere e una cornice di metallo che dà forma al tessuto spesso in pelle, come ad esempio le pochette di Miu Miu.
Un design più accattivante e contemporaneo caratterizza invece le borse di The Attico, che per questo modello sceglie colorazioni vivaci e forme più moderne.

Un decennio più tardi invece, le borse da donna che andranno per la maggiore saranno le borse a secchiello. Lanciate per la prima volta da Louis Vuitton semplicemente per trasportare bottiglie di champagne, oggi sono un must-have anche per lo stile contemporaneo, grazie alla loro capienza e alla versatilità di poterle portare sia a mano, che a tracolla.
Nella nostra vasta selezione se ne trovano davvero di ogni tipo: dalle più classiche, come le proposte di Saint Laurent, a quelle dal design più ricercato come quello che troviamo nelle borse di JW Anderson.

È invece nel 1937 che viene realizzata la borsa più rinomata della storia: la Kelly. Ideata da Jean-Louis Dumas con l'intento di spezzare il predominio della borsa piccola e trasformarla in un accessorio funzionale. La borsa Kelly è tutt’ora cucita a mano con le stesse tecniche tradizionali utilizzate dall'azienda quando ha iniziato a disegnare selle da equitazione. È caratterizzata da una forma trapezoidale, una base rigida, un piccolo lucchetto e la “Clochette”, il pezzo in pelle che protegge la chiave. Questa deve il suo nome (e successo) a Grace Kelly, la principessa di Monaco, quando nel 1956, la usò per nascondere la sua gravidanza ai fotografi.
Diciamo che non è propriamente un’accessorio per le animaliste: per realizzare queste borse di Hermès nella versione coccodrillo infatti, vengono utilizzati solo la pelle del ventre e della mascella dell’animale, pertanto per crearne un solo una occorrono ben due alligatori interi.

Simile alla Kelly, nel 1984 venne realizzata la borsa Birkin. La leggenda narra che durante un viaggio in aereo, all’attrice Jane Birkin, si ruppe la grande borsa a cesto in cui c’erano le sue cose.
Il fato ha voluto che sullo stesso volo ci fosse anche Jean-Louis Dumas, che prese ispirazione dall’accaduto per realizzare una nuova versione della Kelly.
Il nuovo modello presentò un doppio manico, era più spaziosa e aveva le pareti a prova di rovesciamento diventando così il modello preferito dell’attrice stessa e non solo come Demi Moore, Victoria Beckham e Kate Moss.

Entrambe queste borse da donna, lanciarono ad ogni modo la moda delle borse a mano. Caratterizzate da manici estremamente corti, queste possono essere indossate sia a mano, per l’appunto che al polso.
Fan numero uno di questo modello nella variante più piccola è la Regina Elisabetta II. Non sappiamo di sicuro quante ne possieda, ma possiamo dire con certezza che ne abbia almeno una per colore!
Il bello di questa borsa è che indipendentemente dalla sua misura o dal suo colore sta davvero bene su tutto. Infatti si abbina benissimo sia con un completo da ufficio che con un look più casual come jeans e t-shirt. É anche vero che è uno dei modelli più classici, che garantisce un allure vintage anche agli outfit più moderni.
Un esempio di questo modello sono le borse di Dolce & Gabbana, soprattutto il loro fiore all’occhiello, la “Sicily Bag”, immancabile in ogni loro collezione. Nonostante subisca variazioni di tessuto, colore e design, questa borsetta da sempre esprime la tradizione e lo stile tipico siciliano.
Diverso è il discorso invece per quanto riguarda le borse di Off-White. In questo caso, il design classico delle borse a mano incontra a metà strada la cultura streetwear ed ecco che queste si arricchiscono di dettagli del panorama street fashion come scritte, graffiti o manici in corda.

Negli anni ’40, L.L. Bean fu invece il primo marchio a proporre la “boat bag” (borsa da barca), in tessuto di canapa, squadrata e con due lunghi manici, che altro non è che quella che conosciamo oggi come borsa di tela.
Più tardi invece, negli anni ’60, Enid Collins firmò delle borse sempre in canapa, ma decisamente più appariscenti.
Ma sono stati gli anni 2000 che hanno visto il vero boom di questa borsa da donna, più nello specifico quando Marissa, il personaggio interpretato da Mischa Barton nella serie tv The O.C. usava una borsa di Chanel in tela, come sacca per la scuola. Inutile dire che da quel momento in poi, la maggior parte delle studentesse del mondo hanno gettato alle ortiche gli zainetti per sostituirli con questo nuovo modello. Oggi, ad esempio le borse di Marc Jacobs in versione tote bag realizzate in cotone, sono il fiore all’occhiello del brand. 
Seguendo la scia di questo trend, nel 2007 la problematica del riscaldamento globale e le altre emissioni di Co2, ha prodotto un’ondata eco-chic facendo impazzire le modaiole invece, per il modello in canapa di Anya Hindmarch, con su scritto “I am not a plastic bag”. E’ andata talmente a ruba, che c’è chi è arrivato a pagare 300 dollari su Ebay per potersi accaparrare questa sacca dal solo valore di 10 euro.
Da lì, molti brand del lusso hanno capito l’importanza di una moda sostenibile e hanno iniziato a lanciare questo modello di borsa da donna. Tra la selezione di borse di MM6 Maison Margiela, così come in quella di Marni, ecco infatti spuntare la shopper in PVC, materiale durevole che permette di essere riciclato al 100% sia chimicamente che energicamente, al termine del suo utilizzo. Prendendo invece spunto dalla primissima borsa in tela, l’ispirazione delle borse di Yohji Yamamoto porta alla realizzazione invece di tote bag interamente in lino.

Gli anni ’50 portano una svolta veramente importante in questo settore, con la nascita della primissima borsa a tracolla, che negli anni a venire, influenzerà anche tutti gli altri modelli.
Il tratto distintivo di questa borsetta è per l’appunto la tracolla, solitamente in pelle o in metallo.
Può avere molte forme e dimensioni, ma la quintessenza della tracolla è la Chanel 2.55, il cui nome deriva dal mese e dall’anno in cui fu creata. Rettangolare e realizzata in pelle impunturata, ha una lunga catena che può trasformarsi da singola a doppia.
Ancora oggi è uno dei modelli più in voga, un classico senza tempo, adatto sia per il giorno che per la sera, grazie alla sua versatilità e praticità ed è per questo che non c’è una casa di moda che non ne proponga almeno un modello.
Tra le più famose troviamo sicuramente le borse di Gucci, quelle di Valentino Garavani e le tracolle di Prada insieme a quelle proposte da brand più contemporanei come Chiara Ferragni Collection o Pinko.

Sempre dagli anni ’50 arrivano ai giorni nostri invece le borse da postino che oggi comunemente chiamiamo borse messenger. Utilizzate inizialmente dai ragazzi che consegnavano i giornali e in seguito dai militari, questa borsa a tracolla, ha conosciuto una certa notorietà soprattutto negli anni ’90, quando i primi pony-express la usavano per fare piccole consegne di documenti in bici o in motorino. In seguito il suo look ribelle conquistò gli studenti, che l’adottarono per andare a scuola e molti altri brand di moda, persino i più eleganti, ne crearono una loro versione per rimanere al passo con i tempi.
Innamoratissime di questo modello grazie alla sua capienza, tante mamme di Hollywood venivano viste in giro per la città con borse messenger piene di biberon, merendine e accessori vari per passare la giornata fuori casa con i loro figli.

Un decennio dopo invece, negli anni ’60 ecco fare la comparsa delle borse a spalla. Dal design grande e morbido e dalla tracolla corta a mezzaluna, diventano celebri quando Jacqueline Kennedy inizia ad indossarne una targata Gucci, tanto che la maison decide di attribuire il nome di “Jackie Bag” a questa borsa da donna. Dal 2006 il brand invece decide di riproporne una nuova versione ribattezzandola “Bouvier”, come il nome da nubile di Jackie O.
Oggi, una delle borse a spalla preferite dalle influencer è sicuramente la Saddle Bag di Dior. Disegnata nel 1999, ha debuttato sulla passerella della collezione Primavera/Estate 2000 di John Galliano e il resto è storia. La borsa è diventata rapidamente l'accessorio più chiacchierato. Il personaggio di Sex and the City di Sarah Jessica Parker, Carrie Bradshaw, ne ha persino sfoggiato uno nella serie, ed è diventato un pezzo determinante per la casa di moda di lusso, esattamente come successe per la Baguette di Fendi. Quest’ultima invece, chiamata così per la sua forma sottile e allungata fece il suo debutto nel 1997 e la sua peculiarità era proprio il manico corto che permetteva di portarla sotto al braccio proprio come i filoncini di pane francese.

Come avete potuto notare, man mano che le donne sono diventate più attive e dinamiche, le borse da donna si sono diffuse talmente tanto da diventare un bene necessario, a partire dalle mamme costrette a portarsi dietro gli accessori per i loro figli, passando per le donne in carriera cariche di documenti, fino a tutte le ragazze indaffarate in giro per la città e non solo.

E adesso che abbiamo con noi come minimo uno smartphone o un tablet, la trousse del trucco e spesso molto altro ancora, la borsa da donna è diventato l’accessorio chiave del XXI secolo a cui nessuna può rinunciare!

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